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Come gestire gli eventi avversi dei bifosfonati per via endovenosa

I bifosfonati per via endovenosa sono ampiamente impiegati nel trattamento dell’ipercalcemia e nella riduzione della morbidità scheletro-correlata tra i pazienti colpiti da tumori.

Tuttavia, l’impiego dei bifosfonati per via endovenosa può essere associato a gravi complicanze che si presentano in genere con un’incidenza inferiore al 2% e comprendono: reazione infiammatoria sistemica, infiammazione oculare, insufficienza renale, sindrome nefrotica, alterazioni elettrolitiche ed osteonecrosi maxillo-mandibolare.

La reazione infiammatoria sistemica acuta è spesso auto-limitante con riduzione di intensità con il proseguire della terapia.

Nei pazienti che sviluppano sintomi oculari, una pronta valutazione oftalmologica è basilare per determinare la sicurezza della successiva terapia con bifosfonati.

I pazienti che ricevono per lungo tempo il Pamidronato dovrebbero essere valutati ad intervalli di tempo in modo da individuare i primi segni della sindrome nefritica, poiché l’interruzione del trattamento è associata ad un completo recupero.

Per ridurre il rischio di gravi alterazioni elettrolitiche, soprattutto l’ipocalcemia, è necessario correggere eventuali squilibri elettrolitici prima del trattamento, ed eventualmente assumere supplementi a base di vitamina D e calcio.

Per ridurre il rischio di osteonecrosi maxillo-mandibolare è opportuno compiere una valutazione dentale prima del trattamento ed evitare successivamente procedure dentali invasive. ( Xagena2006 )

Tanvetyanon T, Stiff, Ann Oncol 2006; 17: 897-907